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I migranti hanno un sogno. Noi no.

Aggiornamento: 21 ott 2021

“Nel cielo non c’è distinzione tra nord e sud". Buddha.





Malgrado sul web sia diventato virale in questi giorni, il naufragio del barcone sul quale si trovava l'adolescente di 14 anni morto in mare con la pagella cucita in tasca, trovato dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo, è avvenuto nel 2015.


Il 14enne, dal Mali, si era imbarcato su una barca salpata dalla Libia.

Il mezzo, il 18 aprile 2015, si era ribaltato e i soccorsi non erano riusciti ad arrivare in tempo. Inizialmente si parlò di 800 cadaveri in mare, solo nelle ultime settimane si seppe che il numero si aggirava intorno ai 1100.


Del ragazzo con la pagella cucita in tasca non si conosce il nome, solo l’età.

Avrebbe deciso di portare con sé i propri voti forse per dimostrare, una volta approdato in Europa, che era un bravo studente. Lui un sogno ce l' aveva.


La delicata vignetta di Makkox dedicata all'adolescente annegato.

Noi siamo ancora capaci di sognare?

Abbiamo la voglia e la forza di intraprendere un viaggio?

La passione e il desiderio di saper guardare oltre?

Abbiamo il coraggio di questo giovinetto morto in mare?

No, credo di no.


Noi restiamo comodi “nelle nostre tiepide case”, a guardare in televisione, rappresentanti della nostra politica ( destra, sinistra, falci o stelle comete, poco importa), legittimamente eletti, per carità, che hanno una pagella cucita sulla coscienza. Uomini e donne promossi a pieni voti in materie quali l’imbecillità, il delirio d’onnipotenza e la disumanità.




A proposito delle vostre pagelle, non siate così sicuri, perché come ci insegna il grande Edurado De Filippo “ Gli esami non finiscono mai” e tra un po’ di tempo, potreste essere chiamati a rispondere dei vostri “compiti in classe”, leggete qualche libro di storia.


Ma è troppo facile dare sempre la colpa ai politici. Noi, cosa facciamo?

Ci siamo lasciati spegnere. Ci siamo fatti strappare la capacità di sognare un mondo accogliente e umano, con l’ inganno che saremo più sicuri senza gli uomini dalla pelle nera.


“Quando i padri costituenti della Repubblica Italiana scrissero le sublimi parole della Costituzione, firmarono un "pagherò" del quale ogni italiano sarebbe diventato erede. Questo "pagherò" permetteva che tutti gli uomini, di qualsiasi nazionalità, avrebbero goduto dei principi inalienabili della vita, della libertà e del perseguimento della felicità.

E' ovvio, oggi, che l’Italia sia venuta meno a questo "pagherò", per ciò che riguarda i suoi cittadini di colore. Invece di onorare questo suo sacro obbligo, l’Italia ha consegnato ai migranti un assegno fasullo; un assegno che si trova compilato con la frase: "Fondi insufficienti". Noi ci rifiutiamo di credere che i fondi siano insufficienti nei grandi caveaux delle opportunità offerte da questo paese. E quindi siamo venuti per incassare quest’assegno, un assegno che ci darà, a presentazione, le ricchezze della libertà e della garanzia di giustizia.”.


Bene, questa frase in corsivo non è mia, e niente c'entra con la costituzione italiana, ma è tratta dal famoso discorso pronunciato a Washington il 28 agosto 1963 da Martin Luther King: "I have a dream" (Io ho un sogno).


Se controllate qui la versione originale, ho modificato soltanto le parole “ America e americani” sostituendole con “Italia e italiani”, “neri” con “migranti”, e poi “neri” con “qualsiasi nazionalità”.


Non ho le competenze per addentrarmi in discussioni e analisi di tipo storico o politico, so solo che Martin Luther King aveva ragione, ed il suo discorso è più attuale che mai.


In un altro passaggio Martin continua: “( Dio) … Non ha dimenticato che alcuni di voi sono giunti qui dopo enormi prove e tribolazioni. Alcuni di voi sono venuti appena usciti dalle anguste celle di un carcere. Alcuni di voi sono venuti da zone in cui la domanda di libertà ci ha lasciato percossi dalle tempeste della persecuzione e intontiti dalle raffiche della brutalità della polizia. Siete voi i veterani della sofferenza creativa. Continuate ad operare con la certezza che la sofferenza immeritata è redentrice.”.


Martin Luther King in “I have dream” (io ho un sogno) aggiunge poi questa frase (la più famosa): "Io ho un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho un sogno, oggi!".


Ebbene questa frase mi tocca particolarmente. Anch’io ho quattro figli, hanno la pelle bianca (a dire il vero olivastra), ma questo non è un loro merito personale.


Anch’io sogno il mio paese, l’Italia, dove tutti, compresi i miei figli, siano giudicati per il loro carattere, le loro idee, le loro azioni e originali capacità, anche per i loro errori, ma non per altro.


Il nostro paese ha il “sogno” di costruire una società più “sicura”, dove il denaro non deve essere sprecato per l’accoglienza dei migranti, ma per noi italiani, perché ne abbiamo più diritto.


Questo non è un sogno, a mio parere è una disumana follia, un feroce incubo.



Non credo che tutti i responsabili di queste scelte, azioni e discorsi, siano pienamente consapevoli, ma questa è la storia che si ripete...


“Nel cielo non c’è distinzione tra, nord e sud, est e ovest, sono le persone a creare queste distinzioni nella propria mente per poi pensare che siano vere”.


Questa è una frase buddista. Io non sono buddista, sono cattolico, ma la pubblico perché la condivido, e perché credo che quel giovane di 14 anni, del Mali, morto nel mediterraneo nel 2015, con la pagella cucita nella giacca, quando guardava il cielo, sognasse proprio questo.

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