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Dal neon all' arcobaleno

Aggiornamento: 21 ott 2021

di Dino Garrafa.



Sono steso, non riesco a muovermi; non sento più freddo, ma ho ancora tanta paura.

Tutto il mio essere è sofferenza, e un bruciore mi taglia l'anima ogni qual volta l'aria entra dentro di me. E' tutto successo così velocemente, anche se da un po' di tempo era come se ne avessi il presentimento.

Una luce bianca invade la mia coscienza, è abbagliante, vorrei spegnerla, sfuggirgli, ma ne sono impedito. C'è qualcosa che mi tiene legato. Sento dolore, sono stanco.

Penso: dov'è il mio Grande Amore? Dov'è la sua voce, il suo respiro, il suo battito?

Sono solo e non so da quanto. 

Guardo la luce bianca, ogni tanto tornano a farmi male, sento che qualcosa di estraneo entra dentro di me, nel braccio, e non riesco più a liberarmene.

Il calore mi avvolge: è questa l'unica sensazione piacevole.

Sento delle voci, che sia il mio Amore?

No, non è il mio Grande Amore. Piango.

Non capisco quand'è che sono sveglio e quando dormo;

Non so cosa sia il tempo, ma so che trascorre inesorabile quando, immobile, fisso quella luce bianca. Mi sento debole. Mi perdo.


Ho sognato il mio Grande Amore e che tutto questo non era mai successo;

Ho sognato che dormivo nel suo respiro ed ero felice.


Il senso della mia vita è perdermi e ritrovarmi davanti a questa luce bianca. In alcuni momenti la vedo chiaramente: è bianca e ben definita. In altri, invece, sembra si attenui e sbiadisca dentro di me, allora perdo la coscienza di esistere, entro nell'assenza e vi rimango fino a quando un dolore, il pianto, la paura o l'angoscia non mi riportano inevitabilmente davanti ad essa.


Ricordo: Ero immerso nel tuo Amore quando improvvisamente tutto ha cominciato a girare ed io mi sono trovato in balìa di una forza innaturale, distruttrice e violente, di fronte alla quale non riuscivo ad opporre resistenza. Ricordo di aver percepito la non - vita.

Un forte dolore lacerava la mia anima mentre un odore di morte mi stringeva e mi svuotava della vita stessa. Un bruciore fortissimo, poi il nulla, anzi, la luce bianca e il silenzio.


Sono ormai abituato a queste presenze improvvise che mi sollevano, toccano, trafiggono;

Mi fanno meno paura e quasi non penso più al mio Grande Amore.

Desidero solo la pace e l'assenza del dolore. Sono stanco.


Un terribile presentimento.

Non riesco né a piangere né a muovermi.

Angoscia.

Sento delle voci: sono loro. Ho paura.

Sensazione di rottura, qualcosa mi scuote, mi solleva, la luce sparisce ...

Sento male, mi stanno facendo male.

Amore mio, brucio dentro.

Non vedi che mi trapassano la vita?

Aiutami, ti prego. Voglio morire.


Sono nuovamente davanti alla luce bianca.

Penso all'esperienza di prima, ma non ho la forza di piangere perché sono debole e sfinito.

Sconfitto.


Amore, ricordo i nostri giochi, quando tu cantavi ed io felice ti ascoltavo; Quando tu ridevi ed io gioivo dentro di me perché mi sentivo parte e causa del tuo sorriso.

Ricordo la nostra intesa, le nostre promesse, le tue promesse.

Sono sicuro che se mi hai lasciato, la colpa non può essere che mia.

Torna, ho bisogno di te.


Rumore, fragore. Che succede? Ho freddo sono agitato. Piango.

Una di quelle presenze mi tocca, mi solleva … No!

Non voglio essere ancora trafitto, non voglio sentire male!

La luce, dove va la luce? La vedo in lontananza. Ho paura. Grido.

...

Ma come? Nessun dolore?

Qualcosa di morbido, familiare e accogliente mi avvolge. Sento una voce: è dolce ma non è quella del mio Amore. Il freddo sta passando, sto meglio.

E' stata una di quelle presenze a scaldarmi … Grazie.

Mi perdo nell'assenza.


Sorrido perché penso al mio Grande Amore.

Mi capiva, mi desiderava, mi amava, ed io vivevo in ogni suo battito.


Ho  deciso di  esplorare  il posto in cui mi trovo  

Mi giro ,mi estendo e tocco qualcosa di strano  è liscio, e non è morbido come il resto

delle  cose che “conosco”. A volte per quanto mi sforzi , non riesco a raggiungerlo così mi sento solo e perso ,perché esso è il mio unico punto di riferimento .  

Vivo con questa luce bianca.

Vivo  in questa luce bianca.

Vivo per questa luce bianca.

Non può essere così.

Piango.

Amore, a volte  ho la sensazione che tu mi sia vicino e mi agito nel tentativo di spingerti ad amarmi … Ma tu non mi rispondi.

Perchè mi hai così cattivamente illuso?

Perchè tradirmi e lasciarmi qui da solo?

In fondo adesso lo so: non sono io ciò che desideravi ...

Forse non esisti  più o forse sono io a non  esistere in questa non-vita ...

Sono solo un riflesso, il  riflesso di una luce bianca.

30 agosto 1995


Ore 18.00 : I medici diagnosticano nel feto una sofferenza cardiaca e respiratoria,

ipotizzando possibili gravi  anomalie e disfunzioni fisiche e celebrali.

Ore18:30 : Lo staff medico  prospetta  alla madre la soluzione più ”naturale” : attendere

 la morte del feto nel grembo, ritenendo quasi inutile   sottoporla ad un intervento  di

parto cesario.

Ore 20.00 : La madre decide comunque  di  sottoporsi  all’intervento  in un ospedale  più

attrezzato, d’urgenza.

Ore 22.45: Nasce  solo dopo 32 settimane  di gestazione. Il bimbo pesa solo 1 kg e 80gr, ma è vivo. Presenta  forti complicazioni  di tipo emorragico e respiratorio.

Al piccolo viene  dato  il  nome  Mattia .

---


Mattia viene   posto in una incubatrice e vi rimane per sessanta giorni. E' continuamente

nutrito e monitorato con aghi  e  sondine  immessi in più parti del corpo

Durante  la   permanenza   soffre   di una grave emorragia  allo stomaco.

Si teme per la sua vita

Mattia, nell'incubatrice, è costantemente illuminato dalla  tipica  luce  bianca  del neon

Una notte si scatena un forte temporale. Mattia è agitato  e piange; un’infermiera  lo preleva dall’incubatrice ,  lo stringe  a sé, e cantando  dolcemente,  lo avvolge  in una coperta.


---

2 ottobre 1995


Ore 08.03: Il piccolo Mattia viene dimesso  dal reparto si neonatologia:

Pesa solo 2 kg e 200 gr .

Ore 09.05 dello stesso giorno : Un tiepido sole illumina  la città. Il cielo è di un azzurro surreale. Mattia ,tra le braccia del suo ”Grande Amore”,  esce dall’ospedale, e vede per la prima volta l’arcobaleno.

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